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Augustine ha dedicato la sua esistenza allo studio delle stelle. Non ha mai avuto una famiglia, né un vero amore; ha invece sempre avuto il suo telescopio, lassù, in un osservatorio astronomico nell'Artico. Così, quando scatta un allarme e gli altri scienziati vengono richiamati a casa, lui rifiuta di seguirli: è vecchio, non ha nessuno cui tornare, e ha scorte sufficienti per il tempo che gli resta. Poi le comunicazioni con l'esterno si interrompono e ad Augustine non rimane che guardare il cielo. E attendere. Sully ha sacrificato tutto per diventare astronauta. E la missione dell'"Aether" è stata un successo: lei entrerà nella storia come il primo essere umano ad aver raggiunto l'orbita di Giove. Eppure, quando l'astronave è ormai vicina all'atmosfera terrestre, le comunicazioni con la base s'interrompono. Atterrita, Sully lancia un SOS, sperando che qualcuno lo raccolga. E qualcuno, nell'angolo più remoto della Terra, risponde. Grazie a quel filo invisibile, la distanza siderale tra Sully e Augustine si colma e le loro solitudini s'intrecciano in un rapporto cui entrambi si aggrappano come naufraghi, lontani eppure vicinissimi, entrambi spaventati e stupiti dalla realtà che devono affrontare. E, mentre il mondo sembra scivolare in un silenzio assoluto, i due riscopriranno il vero significato della vita e soprattutto della speranza.